storia del telefono

LA STORIA DEL TELEFONO

La Telefonia è un settore delle Telecomunicazioni che riguarda la trasmissione e la ricezione di onde sonore. E’ sempre stato il sogno e lo scopo dell’umanità il cercare di trasmettere, con vari marchingegni, segnali per diffondere i messaggi.

Ricordiamo: i segnali di fumo degli indiani americani, le bandierine ed i gagliardetti del codice navale internazionale usati nella navigazione, la trasmissione dei segnali luminosi delle navi, il telegrafo Morse con la sua trasmissione di punti e linee su una strisciolina di carta, il telegrafo di Chappe posto su una torre in bellavista con degli enormi pantografi che variavano il segnale ad ogni sua posizione; la Valle d’Aosta è famosa per le torri poste su sommità rocciose e visibili l’una dall’altra così da scambiarsi segnali ed informazioni ecc.; persino al mare su enormi speroni rocciosi ci sono le torri, che servivano per avvistare e segnalare l’arrivo di navi amiche o no.

La Telefonia è una tecnica che si basa su diversi tipi di sistemi d’impianti e d’apparecchiature molto complicate e complesse.

Tale energia permette ai suoni di superare distanze molto grandi rispetto a quelle raggiungibile dall’energia acustica (onde sonore generate dalla voce umana).

Senza l’aiuto di un appoggio esterno e senza un mezzo ausiliario si è costretti a sentire solo in modo fievole la voce e tutti gli altri suoni.

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Ma come avviene questo processo?

L’energia acustica (onda sonora) viene trasformata (grazie alla pila) in energia elettrica sottoforma di correnti foniche scaturite dalla capsula trasmittente (composta da una membrana di carbone che comprime altre minuscole particelle di carbone variando così la resistenza ohmica del circuito creando la corrente fonica), che percorre la linea telefonica (due fili di rame) sino ad arrivare ai puntali elettrici del ricevitore (si tratta di una coppia di bobine elettriche, di una calamita e di una membrana sottile di metallo), la quale sotto l’influenza dei campi elettrici e magnetici viene sollecitata in modo variabile dalla famosa corrente fonica, spostando l’aria circostante si riproducono ancora le onde sonore e quindi noi sentiamo.
In conclusione: alla partenza il microfono trasforma l’Energia Fonica in Energia Elettrica; questa percorre i fili, arriva nel ricevitore lontano che trasforma di nuovo l’Energia Elettrica in Energia Fonica.

Per poter eseguire una telefonata si ha quindi bisogno di due telefoni alimentati da batterie, uno per posto ed una linea di collegamento tra loro in modo che le correnti circolino in un senso e nell’altro.

Gli apparecchi telefonici sono quindi equipaggiati con componenti tecnologici adatti ad effettuare la chiamata.

Le diverse norme per lo svolgimento delle chiamate telefoniche distinguono il sistema con cui essi s’identificano.

Essi sono identificati come segue:
Sistemi di telefonia locale a Citofoni; dagli anni 1880 sino al 1925*


–     Sistemi di telefonia Manuale a Batteria Locale,

Le date sono da considerarsi approssimative, perché, non è che nel 1925 tutti gli apparecchi telefonici in B.C. sono stati ritirati dall’esercizio per poi essere rimpiazzati o sostituiti in toto con altri di tipo B.C.A. (più evoluti), ma il cambio avveniva effettuato a poco a poco nel tempo.

Ricordo che nel 1958 in Treviglio e nel settore di Treviglio, cioè in tutti i paesi che gravitavano attorno ad esso, la selezione automatica era appena entrata in funzione grazie alla centrale automatica di Treviglio (1956), ma nel Settore di Romano di Lombardia il sistema B.L. con le operatrici è stato in auge all’incirca fino a metà degli anni 70 (nei paesi Rurali le nuove tecnologie arrivavano molto tempo dopo rispetto all’area economicamente più avanzate).

Idem dicasi di Milano rispetto a Treviglio.

Infatti, troviamo degli apparecchi telefonici “il famoso modello Siemens 1927 di metallo nero” installati solo a Milano, ma da noi mai visto.
Lo stesso ragionamento vale per i cellulari.
Nel 1990 erano stati commercializzati i primi tipi a 450 Hz, poi i 900 Hz, di seguito i 1800 Hz, poi i TACS, poi i GMS ed ora gli UMTS che sono la terza generazione di telefonini.
Tutti ancor oggi funzionanti.

Tutto ciò per dire che possiamo trovare in esercizio telefoni di sistemi diversi, ma perfettamente funzionanti seppure con tecniche diverse.

Il principio è valido per tutti, quindi possiamo dire che per effettuare una telefonata abbiamo bisogno di questi elementi:
Gli apparecchi telefonici;
Gli apparecchi telefonici;


Possiamo senz’altro concludere che l’insieme dei sistemi con i propri telefoni appropriati, fanno sì che lo svolgimento di una conversazione tra due o più persone avvenga nel modo più semplice e naturale.
Antonio Meucci (nacque a Firenze il 13 aprile 1808), nel 1849 inventò il “Telettrofono” antenato del telefono, è un dispositivo a forma di cornetta, reversibile nell’uso: si può usare sia come ricevitore che come microfono o trasmettitore.

Come trasmettitore però non è troppo usato perché l’energia sonora sviluppata dalla voce umana è troppo poca e quindi la comprensibilità della parola con l’aumento della distanza, sarebbe del tutto insufficiente anche cercando di migliorarla con artifici (come il condotto acustico usato sulle navi).
A tale proposito mi viene in mente che nel 1665 un altro fisico inventa la trasmissione della voce: è Robert Hoocke che nei giochi di società fra nobili fa parlare a distanza di una decina di metri due interlocutori con l’ausilio di due solidi a tronco di cono (come se fossero due bicchierini di plastica), dove al centro è collegato un filo.

Tendendo questo filo se uno dei due parla le onde sonore migrano sul filo vibrando facendo convogliare la voce nel bicchierino dell’altro interlocutore che ascolta; le onde sonore viaggiano da un bicchierino all’altro trasmettendo in alternanza la voce dei due.

(Questo si faceva come gioco tra noi ragazzi ai tempi della nostra infanzia anni 1952 circa. Ai giorni nostri le scolaresche che io frequento per illustrare il telefono, non sanno cos’ è ed io glielo mostro).

Perfezionata la sua invenzione empirica, il Meucci brevettò nel 1871 il suo progetto e lo mantenne in vita per alcuni anni, ma poi per dissesti finanziari e disgrazie famigliari dovette cedere il passo a Bell, il quale s’impadronì, sembra in modo fraudolento della concessione.
Inserisce nel circuito telefonico delle pile per migliorare la trasmissione a lunga distanza delle voci;
Un altro inventore Italiano di nome Innocenzo Manzetti
1826-1877 (Valdostano), cerca di migliorare la scoperta del Meucci.
Inserisce nel circuito una pila per trasferire la voce con più potenza.
L’energia aumenta e di conseguenza la voce umana ed i suoni riescono a raggiungere distanze inimmaginabili per quei tempi.
IL telefono nasce ufficialmente all’Expo di Filadelfia nel 1876.
L’americano Bell presenta il “suo… prototipo”.
Immediatamente coglie l’utilità pratica della scoperta, che ebbe da subito un indiscutibile enorme successo.
Finalmente nel 1888 la Corte Suprema degli Stati Uniti dette ragione al nostro Meucci come scopritore del telefono e decretò che “il telefono Bell dovesse chiamarsi telefono Meucci avendo la Bell Telephone Company acquistato fraudolentemente il brevetto”.

La Bell naturalmente fece opposizione e ne nacque un contrasto giudiziario che si trascinò fino ai giorni nostri.
Recentemente fu riconosciuto al Meucci la paternità dell’invenzione.
Ma se Meucci fu il padre del telefono, la sua evoluzione fu dovuta ad altri protagonisti delle Telecomunicazioni.

Citiamo i più noti:
Manzetti che ho già citato sopra.
Inserisce nel circuito telefonico delle pile per migliorare la trasmissione a lunga distanza delle voci;
Edison che scoprì il microfono a carbone;
Pupin studiò e migliorò le linee telefoniche;
Stowger progettò il primo sistema di commutazione automatica; grazie a questo i due interlocutori venivano messi in contatto da vari selettori automatici che selezionavano il numero da chiamare, in modo del tutto automatico, questi selettori si trovavano nella centrale telefonica automatica.
E tanti altri…ancora.
Capite che è l’insieme di tante idee che ci hanno permesso di arrivare ai risultati dei giorni nostri, quasi perfetti; dico quasi perché la tecnologia con le sue scoperte è sempre pronta a darci altre novità scientifiche.

Spendiamo ora una parola benevola anche per il sig. Bell, che fu indubbiamente un protagonista nella diffusione di tale strumento che ancor oggi tutti usano e ritengono necessario.

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